Elena Rede – all’anagrafe Elena Re Depaolini – artista eclettica e raffinata, già presente alla Biennale di Venezia, è figura nota nel panorama internazionale dell’arte contemporanea, tanto da essere inserita fra i massimi scultori italiani nell’annuario più autorevole del settore: il Catalogo dell’Arte Moderna (Editoriale Giorgio Mondadori).
Fin da piccola mostra un talento innato nel raffigurare ciò che più ama: dipinge e scolpisce, infatti, in maniera sorprendente, i suoi adorati cavalli; usa la segatura nel laboratorio del nonno per assemblare le sue prime creazioni, copia i manichini della sartoria dei genitori. Cresce a contatto di un ambiente fatto di cose uniche, e sarà l’unicità di ogni elemento a contraddistinguere tutto il suo lavoro.
Dopo la maturità magistrale, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera e lavora a fianco di grandi maestri. Nella scultura approfondisce gli studi lavorando direttamente in vari laboratori artistici, ma è l’incontro con Igor Mitoraj che la spinge a seguire la sua vera vocazione: l’amore per una figurazione dai richiami archetipi.
«Brucio, corrodo, scolpisco, svuoto. Vorrei sprigionare dalla materia l’essenza, la verità… la bellezza che è Spirito.» Una sola frase che l’artista, come un mantra, vive dentro la sua arte in una sorta di tempo-spazio indefinibile.
Vari e prestigiosi i riconoscimenti pubblici, a livello internazionale, fin qui ottenuti. Fra le mostre più importanti che l’hanno vista protagonista negli anni, si ricordano quella a Villa Doria Pamphilj (Roma), al Museo Stattbad (Berlino), al Carrousel du Louvre (Parigi), ad Art Basel (Miami), al Padiglione Italia dell’Expo (Milano), al Sanat Fuari (Istanbul), al Grimaldi Forum (Principato di Monaco), alla Biennale di Venezia, alla Fondazione Luciana Matalon (Milano), a Sanremo con l’istallazione dell’opera pubblica Re Nasci.
Sue opere sono collocate in alcune fra le più importanti raccolte private e pubbliche, italiane ed estere.
Del suo lavoro si sono interessati, fra gli altri, Giovanni Faccenda, Vittorio Sgarbi, Philippe Daverio e Dario Fo, Premio Nobel per la Letteratura nel 1997.